sabato 23 agosto 2014

Capitolo 9 - Cose Che Capitano

Annabeth si sedette al piccolo tavolo rotondo in noce davanti a Lloyd.
La plafoniera illuminava la piccola stanza con una malata luce giallastra attirando a se una nuvola di temerarie falene sopravvissute all'abbassamento della temperatura.
La ragazza bevve un lungo sorso dal suo bicchiere.
- Sto facendo dei cambiamenti.-
- Beh, intanto dall'ultima volta che ci siamo visti hai generato un Cucciolo e non mi sembra poco. Come ti è venuta questa idea tra l'altro?-
Lei sorrise e si strinse nelle spalle.
- Ho viaggiato molto, lo sai, ho girato per tutto il mondo e non è cambiato nulla: il mondo è andato avanti e io sono rimasta chiusa nel mio guscio di dolore. Quando ho incontrato Elia...non lo so, ho sentito la vita in lui.- sospirò - Stava morendo eppure si aggrappava ad ogni momento, cercando di vivere ogni istante, mentre io ho ancora secoli davanti a me e trecento anni li ho già sprecati. Ero in debito.-

L'uomo la guardò a lungo prima di parlare.
- Hai viaggiato per il mondo, io non penso sia nulla. In quanto al debito...beh, come ne dovevi a lui ne dovevi ad altre migliaia, ma tu hai scelto proprio lui. Perché?-
- Non lo so. Istinto.-
Lui alzò le mani in segno di resa.
- D'accordo, non insisto. Ma parliamo del motivo per cui mi hai chiesto cinque minuti in privato.-
Annabeth tirò fuori dalla borsa il segnalibro che Beatrix le aveva dato, lo sbustò e mostrò a Lloyd il nome che vi era scritto sopra.
- Sto facendo dei cambiamenti.- ripeté - E ho capito che per andare avanti ho bisogno di risposte, cominciando da qui: Ronald Morris.- lesse ad alta voce - Dovrei parlargli, sai dove posso trovarlo?-
L'uomo ci pensò su qualche istante, ma alla fine scosse la testa sconfitto.
- No. Ha vissuto per parecchio tempo vicino a me, ma recentemente a cambiato casa perché avuto  dei problemi con un Patriarca. Però so dove lavora la sua compagna, tra l'altro a una fermata di metropolitana da te. Il negozio si chiama "L'arte del punto" ed è una sartoria, tutti vestiti fatti a - mano sia per noi che per i Sapiens.-
- Credo di sapere dov'è.- rispose lei.
- Bene, allora chiedi di Erica Morris, lei è una delle sarte, so che hanno molto lavoro quindi se vai dal lunedì al sabato la dovresti trovare. Fanno orario continuato dalle 9 alle 18.-
- Va bene, ti ringrazio.-
- Perché quel nome?-
Annabeth prese il bicchiere e si alzò.
- È meglio che tu non lo sappia. Dico sul serio.-
Lui incrociò le braccia e si appoggiò allo schienale della spalliera.
- E non puoi neanche dirmi chi te l'ha dato? E non dirmi che lo hai scritto tu perché quella non è la tua grafia, è troppo bella.-
La ragazza sorrise. Avrebbe voluto protestare, ma era tristemente vero che la sua grafia non potesse reggere il confronto con quella di Beatrix. Sempre che esistesse una grafia che potesse competere con quella di Beatrix.
- Anche questo è meglio che tu non lo sappia, sia per te che per chi mi ha dato l'informazione. Non credere che io non sappia dei tuoi traffici, se la Comunità ti scopre meno sai meglio è.-
Lloyd rise spavaldo.
- Prima che mi becchino il sole comincerà a girare intorno alla terra e i politici smetteranno di sparare puttanate. Tu piuttosto: non capisco cosa ci fai ancora tra quelli.-
Annabeth si fece seria in volto mentre i suoi occhi correvano su immagini nella sua testa.
- Io credo nella Comunità. Forse vi è del marcio al suo interno, ma proprio per questo vale la pena di restare e combatterlo dall'interno.-
L'uomo le sorrise con orgoglio.
- La mia Annina non avrebbe mai detto una cosa del genere, mi piace questa nuova versione.-
Lei scosse la testa con fare modesto, poi bevve un lungo sorso dal suo bicchiere.
- Vado a recuperare il mio cucciolo prima che pensi che l'abbia abbandonato.-
L'uomo si alzò.
- E io torno al lavoro che se lascio il mio figliolo a dirigere la baracca la prossima settimana ci tocca chiudere.- commento e poi rise.
Tornarono nel locale e si salutarono con un cenno della mano.
La ragazza si sentiva in colpa per non avergli voluto dire di più, ma era meglio così per tutti, Lloyd stesso, Beatrix e anche per Anna. Sperava solo che non fraintendesse le sue intenzioni, tornare nella Comunità non la rendeva una nemica degli Indipendenti, tutt'altro, ma era difficile spiegare le sue motivazioni.
Bevve ancora per scacciare i pensieri e si guardò attorno.
Aveva fin troppe preoccupazioni di suo non poteva farsi carico anche di quelle degli altri, doveva già occuparsi di Vince, che aveva gettato in quel mondo senza nessun preavviso, ed era compito suo di provvedere alla sua salute e alla sua educazione.
E in tal proposito avvertiva chiaramente che fosse necessario il suo intervento.
Si guardò attorno per capire dove si trovasse il su cucciolo, quindi si diresse rapida verso il divanetto e con un gesto deciso afferrò la ragazzetta per i capelli tirandola indietro un istante prima che i suoi denti affondassero nel collo di Vincent.
Provò tenerezza nell'incrociare lo sguardo un po' imbarazzato del ragazzo, che ora pareva evidentemente sollevato.
- Che cosa...?-
La giovane Vampira si divincolò dalla presa ma tacque improvvisamente nel trovarsi Anna davanti e chinò la testa per evitare di incrociare il suo sguardo mentre col la mano di aggiustava il vestito che le era sceso un poco sulla spalla.
- Perdonatemi per le mie proteste, Magistra, non mi ero accorta di trovarmi al cospetto di un Maturo.-
Vincent aveva capito la metà di quello che Laila aveva detto, ma nel frattempo di era alzato e schierato al fianco della sua Maestra, ancora turbato per l'accaduto.
- Dov'è il tuo Maestro?- chiese Anna fredda.
- Sono qui.-
Un signore vestito in modo distinto con un lungo cappotto pesante sulle spalle e lunghi capelli castani legati in una coda che gli scendevano fino alla vita si fece aventi mettendosi tra la ragazza e la sua Cucciola.
Pareva piuttosto infastidito dalla situazione o più che altro dal fatto che la situazione lo avesse distolto da altre faccende di cui si stava occupando.
- Dovreste insegnare alla vostra Cucciola le buone maniere. Approfittare di un neofita perché incapace a difendersi è piuttosto meschino e tende ad aprire la strada ad altri comportamenti di questo tipo che non possono essere tollerati.-
L'uomo sospirò con fare scocciato.
- E sentiamo, chi sareste voi per impartire lezioni su come si alleva un Cucciolo?-
Vincent vide la mascella di Anna contrarsi e il suo sguardo farsi gelido.
- Una Maestra preoccupata per il suo Cucciolo.-
Quelle parole uscirono dalla sua bocca affilate come lame.
L'altro sbuffò con fare impaziente.
- Non è l'ovvio che volevo sapere.- rispose con arroganza - Ma il vostro nome.-
La ragazza si passò la lingua sui denti come se le parole che stava per pronunciare fossero incredibilmente fastidiose da tirare fuori dalla bocca.
- Annabeth Roth.-
Fu come un colpo di frusta. Il Vampiro perse la sua arroganza tutto in un colpo, d'improvviso impallidì fino a diventare cereo in viso e si piegò in un profondo inchino.
- Perdonatemi, Lady Roth, io non sapevo con chi stavo parlando, vi porgo le mie più sentite scuse per il mio comportamento.-
Lei lo guardò con un misto di disprezzo e disgusto.
- Questo non vi giustifica: il nome di un Maestro non dovrebbe avere nulla a che vedere col rispetto che si deve tenere nei suoi confronti o in quelli del suo cucciolo.-
Poi senza attendere la risposta del costernato Vampiro prese delicatamente il braccio di Vincent e voltò le spalle ai due.
- Vieni, andiamo a sederci ad un tavolo tranquillo.-
Attraversarono il locale per portarsi il più lontano possibile, camminando a braccetto. Probabilmente il giovane si sarebbe goduto maggiormente quella situazione in un altro momento, ma aveva ancora una brutta sensazione addosso.
Si sedettero ad un tavolino in disparte.
Nessuno pareva essersi accorto di quello che era successo, ma Vincent ormai non si stupiva più di niente, quel mondo viveva di regole sue.
Anna gli passò la mano fra i capelli e gli fece una carezza, facendolo arrossire.
- Stai bene?-
- S-sì, bene, davvero...grazie per avermi salvato.-
Lei scosse la testa con aria corrucciata.
- No, è colpa mia, non dovevo lasciarti solo o almeno dovevo avvertirti. A volte tra di noi accadono cose strane agli occhi di chi fino a un momento fa era un Sapiens.-
- Non preoccuparti, davvero, sto bene. Solo credo in effetti di non aver capito la situazione.- disse lui ancora un po' scosso.
Anna lo guardò e poi sorrise, quasi con una punta di imbarazzo.
- Vedi, alcuni Maestri tendono a dare un'idea sbagliata del nostro mondo ai loro Cuccioli. Fanno credere loro che, adesso che non appartengono più ai Sapiens, non abbiano più limiti o filtri sociali. Molti di questi Cuccioli finiscono per cominciare ad inseguire una vita di piaceri e passioni sfrenate e una pratica molto usata per raggiungere il loro scopo è quella del morso.-
La ragazza si grattò un sopracciglio in evidente difficoltà.
- Quando un Vampiro caccia- riprese - nel momento in cui morde la sua vittima rilascia una sostanza che provoca una sensazione di intenso piacere, simile all'orgasmo, seguita poi da un totale rilassamento. La stessa sostanza introdotta nel corpo di un Vampiro provoca un sensazione cinque volte più potente e duratura di un orgasmo e un riflesso istintivo a mordere a sua volta. Ora capisci?-
Vincent si sentì salire il sangue alle guance.
- Sì, ora è chiaro.- rispose arrossendo di nuovo.
Lei sospirò.
- Fai attenzione. I legami che creiamo in questo mondo sono diversi da quelli che i Sapiens creano fra loro. Noi emaniamo energia psichica, ma la riceviamo anche e questo tende a complicare le cose tra i membri della nostra specie.-
Lui la guardò qualche secondo, non certo di aver capito fino in fondo quello che volesse dire, ma in quel momento c'erano altre domande che gli premeva porre.
Tossì un paio di volte per schiarirsi la voce.
- Senti, Anna, volevo chiederti una cosa...tutti qui sembrano conoscerti e quando ti parlano usano sempre il titolo di Lady...e io non capisco mai perché...quindi...-
Esitò incerto su cosa dovesse dire di preciso, ma non fu necessario che continuasse.
Anna fece un cenno al barista alzando due dita in aria per fargli capire di riportare da bere a entrambi, poi tornò a rivolgere la sua attenzione a Vincent, senza però guardarlo, ma fissando le sue braccia posate sul tavolo.
- La famiglia Roth è una delle più antiche tra i Vampiri e una delle più potenti. Io ne sono l'ultima rappresentate. Solo il nome Roth può aprire molte porte, ma è difficile capire chi siano gli amici quando tutti mettono su un sorriso e si piegano in un inchino nel momento che riveli la tua identità. È meglio mantenere l'anonimato.-    
Un ragazzo giovane posò due bicchieri della stessa bevanda a base di sangue che gli era stata offerta in precedenza, poi si congedò con un sorriso.
Anna bevve un lungo sorso del suo drink.
- Non esagerare con l'alcool, non sei immune ai suoi effetti.- disse - Ti ci vorrà un po' di più a ubriacarti rispetto a un Sapiens, ma il post sbronza è peggiore, credimi.-
Lui fece spallucce.
- Non so, non ho mai preso una sbronza.- commentò.
- Meglio così.-
A Vincent non era affatto sfuggito il repentino cambio di argomento, ma decise di non insistere su quel punto, così pensò di porre un'altra domanda che gli ronza nella testa da quella mattina.
- Pensavo, è così strano avere dei Cuccioli? Perché tutti sembrano molto stupiti della mia...esistenza, ecco.-
La sua Maestra assunse una strana espressione nello stringersi nelle spalle mentre le sue dita facevano oscillare il bicchiere che teneva in mano.
- No, in realtà la maggior parte di noi ha molti cuccioli nel corso della vita. La verità è che io ho sempre rifiutato di averne.- sospirò - Avevo visto...accadere delle cose...spiacevoli. Così avevo pensato di evitare del tutto di generare cuccioli. Poi col tempo ho cambiato idea, trecento anni sono molti.-
Vincent non seppe che rispondere così bevve un po' del suo drink.
Non era una risposta esaustiva, ma sentiva a pelle che insistere non sarebbe servito. Avrebbe voluto fargli ancora tante domande sulla sua famiglia, sulla sua via, giusto per conoscerla un pochino meglio di quanto non la conoscesse ora, ma capiva bene che ci sarebbe voluto del tempo per scalfire la superficie.
Anna si appoggiò alla spalliera della sedia e si guardò attorno.
- Allora, a parte il piccolo incidente di prima che te ne pare di questo posto?-
- Strano.- rispose lui - Non credo sia il mio genere.-
- Neanche il mio.- commentò lei - Non è sempre stato così, cambia a seconda delle mode passeggere. Se dovessimo tornare ti presterò Morrigan, così nessuno proverà ad infastidirti.-
Il ragazzo sorrise: con un savannah al guinzaglio avrebbe sicuramente avuto un'aria più minacciosa. E a proposito di Morrigan si ricordò di una cosa che doveva assolutamente chiedere alla sua Maestra.
- A proposito dei tuoi gatti. Hai detto che sono legati a te da una specie di campo psichico, giusto?-
- Giusto.- confermò lei.
- Ed è una cosa normale per i Vampiri?-
- Avere ventisette gatti in un campo psichico o generare un campo psichico?-
Bella domanda, Vincent non ci aveva pensato.
- Entrambe.-
- No, a quanto ne so sono l'unica a possedere un esercito di gatti, tuttavia sì, altri Vampiri generano campi psichici per legare a sé degli animali; questo avviene per diversi motivi: rafforzare un legame, come ho fatto io, oppure per avere un fedele compagno durante la caccia o il lavoro o altro. Comunque non tutti i vampiri possono generare un campo psichico, solo gli psichici puri e quelli spuri.-
Altri termini che non capiva, il giovane cominciava a chiedersi se mai avrebbero potuto terminare una conversazione senza che gli venissero in mente altre domande da fare.
- Ehm, e questi psichici sarebbero...?-
Anna che stava bevendo, inghiottì il sorso che ormai aveva in bocca prima di posare in tutta fretta il bicchiere.
- Scusa, dò troppe cose per scontate. Ti spiego: esistono diversi tipi di Vampiri, principalmente quattro più uno: i fisici puri d'attacco, i fisici puri da difesa, gli psichici spuri e gli psichici puri più i preveggenti. L'80% dei Patriarchi, compresa me, appartiene alla categoria degli psichici spuri; questa razza è esclusiva dei patriarchi. I fisici puri d'attacco, come Lloyd, e da difesa rappresentano il restante 20% dei patriarchi e il 75% dei trasformati, rispettivamente il 40 e il 35%. Il restante 25% è composto da psichici puri, razza appannaggio esclusivo dei trasformati, categoria a cui appartengono Sigmung e Beatrix. Resta poi una percentuale inferiore all'1% di preveggenti, ma io non ho mai avuto occasione di conoscerne uno o di conoscere Vampiri che ne avessero conosciuto uno, quindi penso sia una sorta di leggenda.-
La ragazza scrutò il volto del suo cucciolo e gli rivolse un sorriso a mo' di scusa.
- Perdonami, sono un po' di statistiche.- disse - Sono almeno stata chiara?-
- Sì sì.- rispose lui - Certo che sono un bel po' di numeri da tenere a mente.-
Lei scrollò le spalle quasi imbarazzata.
- Ho un'insana passione per le statistiche. Comunque ti dicevo che abbiamo queste quattro categorie o razze o tipi di Vampiri. I fisici puri d'attacco sono i più forti e veloci e sono dotati di un'abilità metamorfica che consente loro di potenziare o addirittura rimodellare un distretto corporeo a seconda delle esigenze: possono dislocare la mascella ed estroflettere tutta la dentatura, sfoderare potenti artigli retrattili o potenziare o modificare i muscoli delle gambe per effettuare un salto o correre più velocemente e così via. I fisici da difesa sono invece i più resistenti e hanno la maggiore capacità rigenerativa; sono anche in possesso di artigli retrattili, anche se meno potenti di quelli dei fisici d'attacco, ma compensano con una certa resistenza psichica. Poi ci sono gli psichici spuri che sono dotati di notevole agilità, superiore a tutti gli altri tipi, ma anche di notevoli capacità di controllo della mente; abbiamo anche deboli abilità di telecinesi e suggestione mentale e siamo dotati di artigli retrattili, simili a quelli dei fisici da difesa. Infine gli psichici puri sono dotati della maggior potenza e difesa mentale: competono alla pari per il controllo psichico con gli psichici spuri, ma li superano nettamente per le capacità telecinetiche e di suggestione. Sono tuttavia privi di particolari abilità fisiche compresi gli artigli retrattili, anche se ovviamente superiamo in prestanza fisica qualsiasi Sapiens.- fece una breve pausa - Da quello che ho avuto modo di leggere sui libri i preveggenti sono molto simili come caratteristiche agli psichici puri anche se forse leggermente inferiori per le doti di suggestione e telecinesi. La loro particolarità consiste però nel riuscire ad interpretare gli eventi ed elaborarli molto velocemente in modo inconscio, il che dona loro una sorta di capacità di lettura del futuro. Tuttavia, come ti dicevo, io non ne ho mai conosciuto nessuno e comincio a pensare si tratti di una qualche sorta di leggenda, quindi fai come se fossero solo quattro tipi.-
Vincent si sentì un po' rintontito da quella spiegazione.
Così, sorseggiando il suo drink che ormai era quasi finito ripercorse mentalmente le nozioni che Anna gli aveva fornito.
- Quindi io dove mi colloco in tutto questo?-
Lei fece un gesto con la mano.
- Ci vorranno dai sei ai diciotto mesi per saperlo, temo dovrai avere un po' di pazienza. Nel frattempo vuoi fare un gioco?-
- Perché no?- rispose lui incuriosito.
La ragazza si voltò e fece un cenno al cameriere di avvicinarsi.
- Troppe spiegazioni ti fonderanno il cervello.- disse a Vincent - Bisogna anche svagarti e ogni cultura a i suoi usi.-
Il ragazzo che aveva portato il secondo giro di drink raggiunse il tavolo.
- Cosa posso portarvi?- chiese.
- Facci due giri di shot...e quando abbiamo finito ricomincia.-
- Subito, madame.-
- Grazie, Lucas.-
Il ragazzo si allontanò.
Anna finì in un sorso quello che restava del suo cocktail e intrecciò le dita sul tavolo con un sorriso furbetto stampato in faccia.
- Non temere, niente alcol. Ti insegno a distinguere i gruppi sanguigni.- e gli strizzò l'occhio.

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