domenica 18 gennaio 2015

Capitolo 20 - Desiderio di Normalità

- Quindi...come mai quest'abbigliamento?- chiese Vincent cercando di impedire ai suoi capelli di sbattergli contro gli occhi.
Beatrix sollevò lo sguardo dalla tazza di caffè d'orzo per incrociare quello del ragazzo.
Erano rimasti soli al tavolo sotto la veranda della leziosa pasticceria; in quel momento Annabeth, davanti al banco, stava terrorizzando un povero dipendente che a occhio e croce non poteva avere più di diciassette anni, mentre Sigmund tentava inutilmente di mitigare la situazione con tutta la cortesia che gli era possibile.
Di certo non le poteva dare torto: il caffè di quel locale faceva veramente schifo e dal momento che non si poteva negare in alcun modo, forse era stata una pessima idea da parte del ragazzetto sostenere che magari fosse Anna a non capirci nulla.
Vincent si sentiva in parte responsabile: avevano scelto quel posto per la qualità delle paste, che in effetti erano veramente eccezionali, e purtroppo lui si era scordato quanto La ragazza potesse diventare irascibile se contraddetta di prima mattina, soprattutto se non aveva assunto la giusta dose di caffeina.

domenica 11 gennaio 2015

Capitolo 19 - La Guardia delle Falene

Bastet strofinò il nasino rosa contra la faccia di Annabeth ed emise un miagolio gorgogliante che si trasformò subito in un concerto di fusa affettuose.
La ragazza allungò pigramente le dita, ancora mezza addormentata, per accarezzare la gatta impaziente. Pian piano si convinse ad aprire gli occhi, si raggomitolò e poi si stiracchiò per mettere in moto i muscoli e sbadigliò, senza smettere di grattare la testa della micina.
Fu solo quando si mise a sedere sul letto e ebbe una panoramica migliore della stanza che si accorse di non essere sola. Cacciò un gridò e saltò un metro indietro finendo contro la spalliera.
- Era ora.- commentò Beatrix controllando l'orologio da polso - Temevo avresti impiegato un'eternità a riprenderti dal torpore del sonno.-
Annabeth si passò le dita tra gli arruffati ricci rossi e si guardò attorno confusa.
- Che diavolo ci fai nella mia stanza?-
La fanciulla prese in braccio Ziva, una dolcissima blue di Prussia di nove anni dal pelo soffice come una nuvola, e si sedette sul bordo del letto.
Era vestita in modo inusuale per il suo standard: indossava una gonnellina grigia corta a portafoglio con trama scozzese in nero e bianco, una morbida camicetta bianca sotto un bolero grigio antracite e calze bianche appena sopra il ginocchio con un ricamo nero sul bordo.

domenica 4 gennaio 2015

Capitolo 18 - Tradizioni e Atteggiamenti

Vincent si sentì mozzare il fiato. Per un istante perse ogni capacità di pensare, poi arrivò il colpo dietro le ginocchia. Le sue gambe si piegarono come stringhe di liquirizia, mentre il suo braccio veniva rigirato dietro la schiena con uno strattone. Cadde in avanti, sentendo la poca aria che ancora aveva nei polmoni lasciare il suo petto tutto d'un botto.
- Scusa, ti ho fatto male?-
La voce di Anna arrivò ovattata fino alle sue orecchie, accompagnata da un fischio fastidioso.
- Un attimo.- bofonchiò.
La ragazza si inginocchiò accanto a lui.
- Scusa, tendo ancora a essere un po' irruenta.- si scusò.
Vincent rotolò sulla schiena per riuscire meglio a ossigenare i polmoni.
- Eh, un pochino, sì.-
Il suo telefono trillò per avvisarlo che era arrivato un messaggio, così con estrema fatica allungò invano le dita verso il tavolino di vetro: era nuovo, quello precedente l'avevano rotto durante il primo allenamento. In quell'occasione Anna gli aveva dovuto mettere anche una quindicina di punti, ma in capo a un paio di settimane ogni traccia della ferita era scomparsa del tutto. Vincent l'aveva trovata una cosa stupefacente, seppure non quanto scoprire la quantità di medicinali e materiale medico che Anna teneva in casa.