giovedì 27 novembre 2014

Capitolo 17 - Buon Compleanno

Le ombre della notte avevano avvolto la città in un freddo abbraccio. Miriadi di puntini luminosi avevano acceso la chiassosa città sconfiggendo la minaccia del buio che da sempre affliggeva l'animo umano. Le giornate si stavano facendo ogni giorno più corte mano a mano che si avvicinava l'inverno, ma la frenetica vita urbana continuava instancabile anche dopo il tramonto, grazie al progresso che la scienza aveva portato.
Annabeth girò pigramente la pagina del libro, comodamente sdraiata sul divano con la testa poggiata al bracciolo e la coperta sulle gambe.
La fretta: era la caratteristica che lei vedeva più spiccata nei Sapiens, il loro frenetico rincorrere un tempo che sgusciava via dalla loro fragile presa. Molti pensavano che tale angosciante inseguimento fosse nato di recente con l'apertura delle fabbriche e l'avvento dell'era moderna, ma lei aveva vissuto abbastanza a lungo per sapere che non era così; da sempre quelle fragili creature si erano affaticate ogni istante della loro effimera esistenza per mettere insieme i frammenti di tempo che avevano a disposizione, credendo che correre da una parte all'altra avrebbe riempito il loro animo di sufficiente saggezza da riuscire ad affrontare serenamente la morte. Ciononostante Annabeth sapeva bene che le cose non funzionavano in quella maniera: aveva visto ragazzi avanzare fieri verso il loro destino e vecchi di migliaia di anni piangere come bambini al momento della fine.

martedì 25 novembre 2014

Capitolo 16 - Frammenti

La luce che filtrava attraverso le tende svegliò Vincent dal sonno leggero in cui era caduto.
La televisione bisbigliava informazioni su un piccolo mammifero della foresta pluviale nella penombra del soggiorno, mentre l'intero branco di felini domestici sonnecchiava attorno e sopra il in divano.
Anna era ancora lì, rannicchiata sotto la coperta con la testa poggiata sulle sue gambe e le dita della mano destra intrecciate con quelle del ragazzo sul ginocchio di lui. I suoi capelli rossi come il sangue si allargavano intorno al suo volto come una colata lucente. Vincent sfiorò appena i suoi riccioli con la punta delle dita guardandola con tenero affetto.
Erano rimasti tutta la notte sul divano in quella medesima posizione, senza dire una sola parola. Il giovane non aveva idea di quando si era addormentato, quanto aveva dormito, né se Anna fosse riuscita a dormire almeno un'ora e di sicuro non aveva idea di quando l'intera popolazione felina dell'appartamento si era radunata accanto a loro. Si sentiva a pezzi da qualsiasi punto di vista si potesse intendere quell'espressione, ma non osava muoversi per paura di disturbarla.

lunedì 24 novembre 2014

Capitolo 15 - Un Dolore Sopito

Il traffico cittadino scorreva lento e denso come una lunga colata di melassa appiccicosa che intrappolava le auto starnazzanti. Il rumore dei clacson e delle imprecazioni erano così assordanti che rendevano difficile ad Annabeth mantenere la concentrazione e non spazientirsi.
Cercava di ragionare sul l'incontro con Iris, ma non riusciva a comprendere che cosa le avesse davvero detto. Era stata un conversazione assurda e per molti versi insensata: le era parsa più una serie di frasi incollate una dietro l'altra che si sforzavano di indirizzarla verso un quadro equivoco.
Prese un profondo respiro e chiuse per un attimo gli occhi.
Non era portata per quelle cose, intrighi, macchinazioni, complotti. C'era un motivo se fino a quel momento aveva scelto una vita isolata, ma se voleva cominciare a muoversi su quel terreno doveva affinare le sue capacità deduttive e le sue conoscenze generali.
Quella stessa cittadina così affollata di Infanti, quell'ostilità, quelle parole non dette riflesse negli occhi degli abitanti, appena affacciate sulle labbra di Iris, lì, all'angolo della bocca, pronte a fuggire e al contempo rigidamente frenate. Che cosa le era sfuggito? O meglio: cosa aveva guardato e non aveva saputo vedere?