martedì 10 febbraio 2015

Capitolo 22 - In Piscina

- Credo che potrei rimanere così per ore.- disse Beatrix socchiudendo gli occhi.
Il suo esile corpo galleggiava sul pelo dell'acqua totalmente immobile nel rilassante abbraccio della piscina, mentre i suoi capelli ondeggiavano morbidamente appena sotto la superficie.
Vincent sorrise, appoggiato con la schiena al bordo della vasca.
- Tu sei tutta strana, Beatrix Swift.- commentò divertito.
- Oh, me lo dicono di sovente.- rispose lei muovendo mollemente le braccia per avvicinarsi al ragazzo - Io personalmente tendo a interpretarlo come un complimento.-
- Di certo non è un insulto visti i soggetti che ci sono aggiro.- commentò lui.
Lei sorrise e scivolò in posizione verticale, appoggiandosi al braccio del suo interlocutore per non dover nuotare per stare a galla.
- Dunque la tua Maestra ti ha messo al corrente dei miei pericolosi affari...- commentò, mentre i suoi occhi andavano a cercare quelli del giovane.
Vincent non si scompose a quell'affermazione: ormai era abituato al costante dialogo che la fanciulla intratteneva con i suoi pensieri.
- Lo ha fatto e ora non posso che essere in ansia. Vorrei che evitassi di farti giustiziare.-
Lei sorrise con quel suo modo tutto particolare.

- Mio giovane amico, il piano principale implicherebbe proprio l'evitare di finire al patibolo, ma purtroppo è un'eventualità che va tenuta di conto. Io personalmente non ne sono poi così preoccupata, ho regolato tutti i miei conti, sistemato a dovere le persone che dipendono dalla mia persona e ho smesso da tempo di temere la morte. Vi sono cose per cui vale la pena morire se non è più possibile vivere per esse, ma fin quando la mia esistenza potrà portare giovamento alla mia ricerca, stai pur certo che farò il possibile per evitare la scure.-
Il volto del ragazzo si contrasse in un'espressione poco convinta, più preoccupata che rasserenata. Se nella sua breve vita da Vampiro aveva capito qualcosa di quella strana fanciulla dagli occhi magnetici era proprio che aveva decisamente poco interesse per la sua permanenza in questo mondo è ciò poteva essere un grosso problema. Se si fosse trattato di qualcun altro, le avrebbe domandato se stesse prendendo le dovute precauzioni del caso, se avesse prestato attenzione a non lasciare tracce e a non pestare i piedi sbagliati, ma Beatrix aveva più di cinquecento anni, mettersi a fare delle raccomandazioni era piuttosto ridicolo da parte sua.
- Non credevo fosse così...la Comunità intendo.- sbuffò - Tanti discorsi sull'intelligenza dei Vampiri, così superiore a quella dei Sapiens e tante inutili sviolinate quando in realtà hanno...abbiamo costruito una società brutale dove una persona innocente può essere condannata a morte solo per aver cercato la verità.-
Beatrix scosse lentamente la testa, sul volto un'espressione di commiserevole sufficienza.
- Vincent, i Vampiri non sono poi tanto diversi dai Sapiens: sono creature che nell'ambito dell'evoluzione e della catena alimentare si sono portate ai vertici e ciò significa che in noi come nei Sapiens alberga uno spirito competitivo e il desiderio di dominio. Da ciò risulta chiaro che che la smania di potere non può che pervadere per natura l'animo della specie Homo e affinché il potere rimanga confinato nelle mani di pochi è necessario adoperarsi al fine di impedire ad altri di impossessarsene o di metterlo in discussione. A ciò servono le religioni, i regimi totalitari, il clima del terrore, l'istigazione all'odio: nelle società socialmente più arretrate è più semplice, in molti stati sarebbe facile farmi sparire per il solo motivo che sono lesbica o che sono una donna. Nelle società più avanzate, sempre socialmente parlando, in genere si ricorre a metodi più subdoli: se l'istituzione governativa non può giustificare una condanna, le persone possono essere fatte sparire ed essere piante come martiri, le lacrime di certo non portano a galla verità scomode. Nel nostro caso specifico, la Comunità può avvalersi del clima di terrore, che è stato disseminato nell'ultimo periodo, per inventare sommari capi d'accusa studiati ad arte per sbarazzarsi delle presenze fastidiose in modo più o meno legale: sono cose già viste e meno rare di quello che pensi anche ai giorni nostri.-
Il ragazzo sospirò.
- Parlare con te finisce sempre per trasformarsi in una lezioncina accademica.-
- Sono stata un'insegnate, anzi un'ottima insegnante. È una sorta di vocazione, qualcosa che ti scorre nel sangue e può venire fuori in qualsiasi momento. Non basta dare le dimissioni per smettere di insegnare.-
Vincent si lasciò sfuggire una risatina e scosse la testa.
- Vedi di non morire troppo presto, Beatrix Swift, o mi lacerarsi senza un'ottima, ma ben poco modesta insegnante.-
- Non temere, abbiamo ancora così tanto tempo che finirai per pentirti di averlo detto. E a proposito di tempo, comincio a temere che i nostri accompagnatori si siano persi nel percorso dagli spogliatoi a qui.-
I due si lanciarono un'occhiata attorno.
In effetti, dopo essersi divisi per cambiarsi, Anna e Sigmund erano misteriosamente scomparsi, probabilmente per colpa di quest'ultimo. Nonostante il giorno precedente la ragazza fosse riuscita a convincerlo ad acquistare tutto il necessario per l'odierna gita in piscina, al momento del suo arrivo nell'edificio l'uomo aveva opposto strenua resistenza e sua sorella aveva dovuto praticamente spingerlo nello spogliatoio per farlo cambiare. Evidentemente ora toccava ad Anna convincerlo ad uscire e ad unirsi al resto del gruppo.
- Comincio a pensare che rimarremo soli.- commentò Vincent rassegnato.
Abbi fede.- rispose la fanciulla, riprendendo a galleggiare sul pelo dell'acqua - Sigmund non riesce a resistere alle preghiere di Annabeth, ci metterà solo un po' più tempo del solito a cedere. Oppure la tua Maestra irromperà nello spogliatoio degli uomini facendo arrossire i nudi malcapitati che si troveranno nei paraggi.-
- Oh, sì sarebbe capace di farlo.-
Risero tra loro.
In quel momento la piscina non era molto affollata; gli unici avventori oltre a loro erano un trio di nuotatori più o meno professionisti che facevano a gara tra loro, probabilmente nel contesto di un allenamento quotidiano, e una gruppetto di una mezza dozzina di bambini schiamazzanti accompagnati da quattro donne con profonde occhiaie e la faccia di chi ha disperatamente bisogno di un potente superalcolico per arrivare in fondo alla giornata.
-.Beatrix, pensavo...tu hai figli?- domandò Vincent pensieroso.
Lei inclinò leggermente la testa di lato rivolgendogli uno sguardo incuriosito.
- Mia moglie è morta nel 1943, tempo in cui la fecondazione assistita era un concetto più che altro biblico, come immagino tu sappia. Quindi no, non ho una discendenza diretta. Come mai questa domanda?-
- Ci pensavo l'altro giorno: da quando sono un Vampiro non ho conosciuto molte persone, questo è vero, ma tra tutti solo Lloyd ha un figlio. E tutti avevano comunque più di trecento anni. L'ho trovato singolare, ma magari mi sbaglio.-
La fanciulla annuì, assumendo quell'aria saccente che aveva quando si metteva a spiegare qualcosa.
- La gravidanza ha molte complicanze: durante la gestazione il sangue è più fluido, c'è rischio di andare incontro ad anemia e non sono infrequenti emorragie, dalle semplici epistassi al distacco placentare. Tutto questo è già di per sé rischioso per una Sapiens, puoi immaginare per un Vampiro che di suo non è in grado di provvedere a una produzione autonoma dei globuli rossi. Nel diciassette percento di casi si hanno gravi emorragie durante il travaglio e nell'otto percento dei casi la madre non sopravvive al parto, è una perché tua,è molto alta. Di conseguenza la nostra razza tende ad avere raramente dei figli e in genere non prima dei duecento anni di età. Pensi di voler diventare padre?-
Il giovane si strinse nelle spalle.
- Non so, non ci ho mai pensato, pensavo di non arrivare a trent'anni...però mi piacciono i bambini, quindi forse sì, o forse no, non saprei...se capita...-
- Beh, purtroppo dubito che Annabeth abbia progetti di questo tipo, ma non si può mai sapere.-
- Ma che c'entra Anna? Non ho alcuna possibilità con lei.-
- Chi lo sa, Se non fai nemmeno un tentativo...-
Vincent si staccò dal bordo e raggiunse col braccio lo stomaco di Beatrix, spingendola sott'acqua.
- Maledetto.- commentò lei, ridendo divertita, mentre riemergeva - Sai che questa è una dichiarazione di guerra?-
Il sopracciglio del ragazzo schizzò verso l'alto.
- Sul serio, scriccioletto?- domandò perplesso.
Un mezzo ghigno furbetto distese le labbra della fanciulla.
- Vediamo...-
L'acqua sotto di lui gorgogliò in maniera sospetta: prima che potesse rendersi conto di quello che stava succedendo si sentì trascinare verso il basso. Annaspando riuscì a tornare a galla ma in quel momento venti litri d'acqua si abbatterono su di lui riportandolo sotto.
Quando finalmente tornò in superficie trovò Beatrix che si sbellicava dalle risate.
- Così non vale...- protestò lui.
- Infatti. E hai pure allagato tutto il bordo piscina.-
Alle loro spalle erano finalmente comparsi Anna e Sigmund, la prima già pronta con un rimprovero, il secondo in evidente imbarazzo.
Vincent non poté fare a meno di chiedersi come mai fosse così a disagio: aveva un fisico discreto, magro e asciutto, con addirittura un accenno alla linea dei muscoli sotto la pelle. Probabilmente tra tutti gli avventori della piscina era uno di quelli più in forma e, se ci fosse stata qualche ragazza, avrebbe fatto girare più di una testa, non che le madri esasperate sembrassero non gradire. Eppure si comportava come se avesse chissà quale deformità da nascondere.
- Bene, la piscina è bella, possiamo tornare a casa?- domandò l'uomo in tono sbrigativo.
- Almeno tuffati.- lo incoraggiò la sorella - Sennò cose saresti venuto a fare.-
- Compagnia a voi altri.- rispose lui convinto.
Anna sospirò.
- Certo.-
Senza attendere oltre lo spinse in acqua, facendogli sfuggire una mezza imprecazione.
Beatrix batté le mani entusiasta.
- Ottimo lavoro.- commentò soddisfatta.
Vincent osservò in silenzio la sua Maestra sedersi sul bordo della vasca e poi scivolare in acqua; forse avrebbe dovuto dire qualcosa per partecipare alla conversazione, ma era troppo occupato a mantenere un'espressione il più neutra possibile. Se già normalmente la sola vista della ragazza lo lasciava inebetito, vederla in costuma gli aveva tolto del tutto le parole: in quel grazioso bikini blu, che richiamava il colore dei suoi magnifici occhi, appariva splendida, sfoggiando un corpo praticamente perfetto. Nessuno avrebbe mai detto che si portava sulla pelle più di cento cinquant'anni d'età.
Non che Beatrix fosse da meno, nonostante la scelta più pudica di un costume intero di un delicato azzurro pallido, solo che il giovane non riuscire a andare oltre gli acerbi lineamenti da sedicenne della fanciulla: non riusciva proprio a vederla in altro modo che come una saccente sorellina.
- Sono della tua medesima opinione, ma forse non è il caso di fissarla in quel modo.- gli sussurrò la fanciulla, posandogli una mano sulla spalla.
Doveva aver nuotato alle sue spalle mentre era distratto, perché sono si era  minimamente accorto del momento in cui gli si era fatta accanto.
- Anche perché - continuò lei a bassa voce - gli uomini tendono ad avere qualche difficoltà a mascherare i propri istinti al contrario delle donne e l'acqua non è abbastanza fredda per venirti incontro in questo senso.-
Il giovane si sentì avvampare le guance, facendo comparire un sorriso sulle labbra di Beatrix.
- Tranquillo, tutto a posto, ma se fossi in te trascinerei mio fratello verso i trampolini con la scusa di qualche tuffo per distrarre un po' la mente.-
- Buona idea.- convenne lui - Ehi, Sigmund, facciamo un salto ai trampolini?-
Il rassegnato sguardo dell'uomo si diresse sconsolato verso Vincent.
- Oramai...- commentò seguendolo tristemente a nuoto.
Annabeth seguì da lontano le lente bracciate del suo secolare amico che seguiva la scia del giovane, ben più allegro di lui.
- Che gli hai detto per farli allontanare?- chiese.
- Io?- domandò Beatrix nuotando mollemente al suo fianco - Nulla, ho solo suggerito una piacevole attività.-
La sua interlocutrice le scoccò un'occhiata significativa.
- Come no. Sul serio, Beatrix, per quale motivo siamo qui?-
La fanciulla si appoggiò con le spalle al bordo della piscina a sogghignò divertita.
- È per questo che ho pensato fosse piacevole lavorare con te: sei una donna molto intelligente.- osservò lusinghiera - Sai chi è Marshall Bishop?-
L'altra arricciò le labbra.
- Il Senatore scomparso tre settimane fa? Ne ho sentito parlare, ma non ho ricevuto molte informazioni, immagino si tratti di faccende segretate.-
- Così pare.- rispose l'altra con fare vago - Ma ho le mie fonti. Due mesi fa il senatore Bishop si è spostato dall'Africa del Sud in America per fare visita alla figlia ventiquattrenne che vive da queste parti. Era una cosa comune per lui, sennonché tre settimana fa sia lui che la ragazza sono spariti nel nulla e con loro tre fedelissimo trasformati della famiglia Bishop. Dalla casa in cui risiedevano mancavano due bagagli e diversi effetti personali, così la Guardia ha formulato l'ipotesi che abbiamo deciso di sparire per qualche oscuro motivo.-
- Ma tu pensi che non sia così. Perché?-
- Per intanto la figlia del Senatore, Morgana Bishop, aveva un fidanzato Sapiens che la sta cercando disperatamente e non ha notizie da lei da giorni. Inusuale non trovi? In secondo luogo, se anche ci fosse un motivo per giustificare questo fatto, io conoscevo bene Marshall Bishop visto che era un carissimo amico di Margaret e so bene che aveva una routine estremamente rigida, quasi fino al l'ossessione e posso dunque dire per certo che non sarebbe mai partito da un giorno all'altro senza nessun motivo.-
Annabeth si passò le dita sopra l'elaborata treccia di capelli rossi.
- Non dico di non condividere i tuoi timori, ma non credi possa semplicemente aver deciso di sparire per qualche tempo? Magari aveva ricevuto delle minacce.-
- Senza avvertire la Guardia o direttamente il Senato? Direi di no. In oltre Senatore Bishop era molto ligio ai suoi doveri e so che aveva molti impegni questo mese. Senza contare che i miei sospetti sono aggravati dal fatto che nella Comunità si sta già parlando di sostituirlo, dopo solo tre settimane dalla sua scomparsa.-
- Capisco. E perché la piscina?-
- Oh, questo è divertente. Marshall Bishop amava nuotare, lo faceva ogni giorno alle sette del mattino e guarda caso il portiere del palazzo in cui alloggiava l'ha visto uscire alla sei e trenta. La Guardia ha battuto questa pista, ma sostiene di non aver trovato niente che faccia pensare che sia arrivato qui...tuttavia le mie fonti affermano che vi sia arrivato, ma non sia mai uscito.-
La ragazza fissò interdetta Beatrix per una manciata di secondi.
- Prima o poi mi devi spiegare dove trovi le tue fonti.- commentò.
- Non temere, provvederò a fornirti i miei contatti quanto prima.-
Annabeth si stiracchiò.
- Quindi fammi indovinare: casualmente il bagnino che faceva il turno quella mattina è lo stesso che si trova qui oggi.-
- Già, che fortuna, non trovi?-
Un sorriso divertito illuminò il viso della ragazza.
- Sei incredibile.-
Con la schiena appoggiata contro la parete della vasca e le mani aggrappate al bordo fece forza sulle braccia e si mise a sedere sull'orlo della piscina.
- Se dobbiamo andare, andiamo alla svelta, che voglio fare due tuffi anche io.-
Anche la fanciulla uscì dall'acqua e si avviarono verso la postazione del bagnino.
Mentre camminavano lungo il perimetro della piscina Annabeth lanciò un'occhiata a Vincent assicurandosi che non la stesse cercando: fortunatamente era ancora alle prese con Sigmund che se ne stava in cima al trampolino indeciso se tuffarsi o tornare indietro.
- Salve, mi perdoni, avrebbe un minuto da dedicarmi?-
Il bagnino, un ragazzo un po' troppo muscoloso per aver ottenuto quel fisico col solo esercizio, rivolse la sua attenzione a una falsamente cordiale quanto sorridente Beatrix.
La ragazza rimase in disparte a osservare la scena: se il Senatore era scomparso in piscina e il quel tipo aveva visto qualcosa di sicuro avevano ripulito la sua memoria. Ucciderlo o farlo sparire avrebbe attirato l'attenzione, visto che in molti sapevano delle abitudini di Marshall Bishop, quindi quella era l'unica opzione. Peccato che per quanto uno psichico potesse essere bravo un ricordo lasciava sempre una traccia e Beatrix di certo sarebbe riuscita a trovarla. Tuttavia sarebbe stato un lavoro complicato, di conseguenza toccava ad Annabeth tenere l'attenzione dei degli avventori della piscina lontano dalle loro faccende e assicurarsi che tutto filasse per il verso giusto, mentre la sua compagnia frugava nella testa dello sventurato bagnino.
- Ma certo, cosa posso fare per voi, bellezze?- domandò lui, accomodandosi ulteriormente sulla sedia di plastica su cui sedeva con stampato in faccia il sorriso compiaciuto di chi si aspetta qualcosa più di un semplice scambio di informazioni.
Beatrix si chinò un poco in avanti in modo da fissarlo bene negli occhi.
- Che fine a fatto Marshall Bishop?- domandò scandendo bene le parole.
Gli occhi del ragazzo si fecero vacui.
- Io non...lo so...- biascicò.
La fanciulla sospirò.
- Te lo ripeto: Marshall Bishop era qui la mattina in cui è scomparso, che fine ha fatto?-
- Io...non...-
- Sì che lo sai.- ripeté lei con pazienza - Eri qui con lui. Dove è andato?-
- Quegli uomini...- mormorò lui - Sono arrivati quegli uomini...e lo hanno fatto uscire...uscire dalla vasca...e hanno detto che la bambina era con loro...e lui li ha seguiti...fuori...-
Beatrix gli mise le mani sulle spalle.
- Fammi vedere quegli uomini.- sussurrò.
I suoi occhi entrarono dritti dentro quelli di lui: per un attimo il suo sguardo penetrò la mente del ragazzo fino nella sua parte più profonda e intima, poi lo lasciò andare.
Barcollò indietro e Annabeth la prese delicatamente per un braccio in modo da sorreggerla e impedire che cadesse.
- Ah, che terribile mal di testa.- si lamentò la fanciulla.
- Almeno hai visto qualcosa di utile?- chiese l'altra.
- Credo di sì.- rispose lei - O meglio lo temo, poiché se quello che ho potuto vedere è esatto, la Guardia e addirittura un Senatore sono coinvolti in questa storia.-
La mascella della ragazza si contrasse.
- Sei sicura?-
- Non al cento per cento, ma lo sarò presto.-
In quel momento Vincent le raggiunse di corsa, seguito a poca distanza da un Sigmund un po' meno teso, ma non ancora del tutto convinto.
- Ehi, dove eravate finite?-
- Siamo andate a chiedere per il bar.- rispose prontamente Beatrix.
- Beh, venite a fare due tuffi con noi? Ci stiamo divertendo un mondo.-
Alle sue spalle l'altro fece un ampio gesto sarcastico con il braccio.
- Arriviamo, il tempo di prendere un caffè.- rispose Anna - Mi sento un poco intorpidita.-
- A proposito di caffè e generi alimentari.- intervenne Sigmund - Ceniamo insieme stasera?-
Vincent e la ragazza si scambiarono un'occhiata.
- Perché no?- rispose lei.
Beatrix si stiracchiò e si avviò verso il bar.
- Mi pare un'ottima idea, ma temo dovrò salutarvi prima di mezzanotte. Devo vedere una vecchia a amica sul tardi.-

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